Happiness is a warm gun.


14 giugno 2515 | Almost Home

John è ancora su Boros a occuparsi della sua gente.
André ha la cabina tutta per sé.
Seduto sul letto, con le spalle al muro, rigira la pistola fra le dita.
Gli rimbomba ancora in testa la voce di Klaus.

– Sei un soldato. - si ripete sommessamente. - Sei un soldato. Sei un soldatoseiunsoldato sei. Un. Soldato.
Prova a leccare la canna del revolver. Ha un sapore metallico che ricorda un po' quello del sangue.
Se la infila in bocca lentamente, spingendola a fondo, finché non avverte il conato del vomito. Prende un respiro profondo, calca la curva del grilletto col polpastrello dell'indice.
Per qualche ragione gli scivola fuori dal naso una risata che vibra nei muscoli, gli fa tremare le dita.
Sei un soldato.
Appoggia la nuca contro la parete, ansimando a occhi chiusi.
Poi sfila lentamente il revolver dalla bocca e lo getta in là sul materasso. Recupera l'hypospray, sfilando la bustina di switch da sotto al cuscino. Preparare la dose è un procedimento metabolizzato, facile, che la detenzione non ha arrugginito.
Il dolore scivola fuori, subentra l'estasi.
Le pareti della trappola senza via d'uscita gli si squagliano attorno. Il circolo vizioso di sangue che chiama sempre altro sangue si sfalda dolcemente.
Assieme all'ultimo grammo di coscienza.



God does not speak to me, He speaks through me.