Some nights I wish that my lips could build a castle, some nights I wish they'd just fall off.


29 maggio 2509 | Hera

– Non è meglio qui che in un bordello?
André accarezza con le nocche la guancia magra, imporporata di trucco dozzinale, della ragazza più bella del Canary Bay. Gli cade l'occhio dentro la scollatura bordata di pizzo, affila un sorriso vispo e trascina a fatica le pupille in alto, dentro ai suoi grandi occhi blu.
Alle sue spalle, Kirill e Jenny volteggiano abbracciati senza musica e ridono, le stelle e il fumo sopra di loro, la nebbia che galleggia sul fiume e, dietro la nebbia, il profilo nero e inquietante di una grande fabbrica semi abbandonata.
– Non è meglio qui che in un bordello? - Insiste, piegandosi a mormorarle la domanda sulle labbra. Lei non si fa scrupoli a infilarci dentro la lingua e lui ride, soffocando l'ilarità nel bacio carnale che la puttana gli strappa di bocca.
– Scopiamo. - Mormora lei, rocamente.
André ride e ripete.
– Scopiamo. - si lecca le labbra e poi lo grida alla notte, verso il cielo. – Scopiamo!
Kirill, da qualche parte dietro di lui, ride. Rumore di corpi che si afflosciano sul prato; André si volta e trova le sagome del soldato e della sua bella abbarbicate in un confuso intreccio di membra.
Tira la ragazza per la mano che ha stretto nella propria e se la trascina addosso, un mezzo ghigno melenso trapuntato sulla bocca.
– Debra, Debra. - declama, ispirato, sondando la caligine pallida che sale dall'acqua, di là dalla riva - There is a place in France where the naked lladies dance. There is a hole in the wall, so the men can see it all. - la sua voce rotola fuori tremante, devota, strascicata dai fumi dell'alcol.
But the men don't care 'cause they're in their underwear.
Debra ride.
Kirill e Jenny ridono.
Ansimano sull'erba masticando la notte nell'amplesso che li vede avvinghiati, mezzi vestiti, come non ci fosse un domani. Forse non ci sarà un domani: è già un miracolo che siano lì, oggi, lontani dalla trincea per godersi un'oasi silenziosa e umida che un'esplosione potrebbe spazzare via, assieme alle loro vite, in qualsiasi momento.
– Ti penserò sotto le pallottole. - le promette, mentendo, con la convinzione volenterosa del momento. - Ora baciami, e spogliami, e --
Già al secondo punto della lista sta ridendo, e prima che possa compitare il terzo Debra gli ha occupato le labbra con le sue.

Tornano verso il campo in silenzio, o almeno ci provano.
Sostenendosi a vicenda, barcollano lungo sentieri obliqui e invisibili sovrapposti alla distesa d'erba sbruciacchiata che stanno percorrendo.
Kirill inciampa e gli si aggrappa addosso, tirandoselo dietro, e André cerca malamente di soffocare una risata per non svegliare i soldati e gli ufficiali ancora distanti almeno mezzo miglio da lì.
– Shh! - gli intima Kirill, appoggiandogli una mano sul cranio nel tentativo di rimettersi in piedi. Non ci riesce e ride forte, un colpo di mitraglia nella notte.

– Putain, sta' zitto, sta' zitto! - è il turno di André di bisbigliare concitatamente, raddrizzando le spalle e il collo per guardarsi intorno febbrile, come in trincea.
– Fuck, levami quel ginocchio dalle palle, Vandoosler.
– Merde? Cazzo ne so, che sono le tue palle? Non si sente niente qui in mezzo, fichetta.
Kirill gli scarica una gomitata nel costato e André ride, bestemmiando a mezza bocca, districandosi dal mucchio d'ossa mescolate per tirarsi in piedi a fatica.
Barcolla, agguanta la mano mutilata di Edwards e lo aiuta a tornare su.

– Putain, non arriveremo mai prima dell'alba. - considera, spiando l'orizzonte nero che si gonfia lentamente di raggi rosa livido.
C'è fumo, ma nella notte non è brillata nessuna bomba.

There is a place in France where the naked lladies dance. - canticchia Kirill, appendendosi alle spalle di Vandoosler che si strofina la faccia sfatta, soffiando una risata.
There is a hole in the wall, so the men can see it all. - da ubriaco è più stonato ancora.
But the men don't care 'cause they're in their underwear.
Passano i successivi due giorni a pulire i fucili di tutto il plotone.

Oh Cecilia, you're breaking my heart, you're shaking my confidence daily.



Messaggio ricevuto da Eleazar il giorno 20 Maggio 2013 alle 14:17
[c-message]

[ Durante i preparativi per il matrimonio, Cecilia, evidentemente annoiata, spippola col pad di sua madre e con qualche foglio di carta per disegnare. Essendo un'attention whore, al momento priva di attenzioni, mette a frutto tutta la sua intelligenza e la sua creatività per interessare qualcun altro. Perciò, Andre riceverà questo disegno (evidente la bambina sia in possesso anche di alcuni timbrini, di cui fa un uso sconsiderato): ]


Your love alone is not enough.


6 maggio 2515 | Greenfield

Charlie sfiora il palmo della mano di André in punta di dita, attentamente, cavandosi fuori dai polmoni un sospiro affilato. Seduta sulla ringhiera di metallo ai piedi di una branda, le mani aggrappate alle sbarre e le gambe magre incrociate all'altezza delle caviglie, Brianna alterna uno sguardo attento, silenzioso e multiforme tra il viso di uno e quello dell'altra.
– Mi stai leggendo la mano? Perché dicono che la mia linea dell'amore sia--
Il commento goliardico, incerto, di André viene troncato da uno "shhh" soffiato all'unisono. Dondola uno sguardo smarrito, da bestia braccata, fra le due sorelle e si zittisce, infilando simbolicamente la coda tra le gambe.
Charlie piega la testa e appoggia le labbra sul palmo ruvido, poi risolleva il mento con uno scatto leggero. La luce che filtra attraverso la mezza persiana aperta di una finestra le taglia in obliquo l'espressione dura.
– …è caldo.
André si stringe nelle spalle, e così anche Brian.
– …fa caldo. - constata la pilota, inarcando lentamente le sopracciglia brune.
– Più caldo del normale. - spiega Charlie, cercando la sorella in tralice con una smorfia leggera. Torna a soppesare il sorriso casuale, un po' tentennante, del profeta che sembra chiederle in silenzio, attraverso gli occhi brulicanti, "e allora?".
Gli lascia la mano, si stringe nelle spalle e pesca dal taschino del camice un termometro; glielo ficca in bocca senza troppi complimenti e André smorfieggia, come un bambino, ma si rassegna a succhiarlo per i secondi necessari affinché emetta il suo trillo elettronico.
– Non hai la febbre. - è il responso assorto.
Brian incassa l'occhiata smarrita, insofferente e animalesca di André con un arricciarsi sardonico di un solo angolo della bocca. Loquace.
– Allora? - stavolta il profeta smotta a voce alta, allargando le braccia per poi lasciarle ricadere, inerti, trafitto dall'esasperazione.
Charlie gli fa cenno di tacere e, come sempre, ha il potere arcano di ridurlo a un silenzio belligerante. Lo guarda mordersi le labbra e raggiunge Brian, presso il lettino, per appoggiarle un avambraccio contro la spalla a mo' di trespolo.
– Il sangue è pulito, - gli spiega, sollevando l'angolo delle labbra in un ghigno sarcastico quando biascica, - A parte il tossicologico … - scrolla le spalle, come la cosa non la riguardasse. – Il punto è che hai un dna … versatile. Compatibile con certe modificazioni.
– Modificazioni. - André ripete come se dovesse sviscerare il senso nascosto di quella manciata di sillabe. Non ci riesce.
– Up genetici.
André sgrana gli occhi.
– Perché?
Charlie e Brianna scoppiano a ridere all'unisono, ma è la prima che gli risponde con una smorfia pigra.
– Che cazzo di domanda è, chiot? Concentrati sulla parte che puoi capire: l'energia e il calore del tuo corpo passano attraverso le mani, right? Conosco qualcuno che protrebbe aiutarti a rendere questa tua particolarità … utile.
– Utile a cosa. - André sfrega il palmo ruvido di una mano contro il lato del collo, passando la lingua sui denti e alternando tra le sorelle identiche lo sguardo allarmato che riserverebbe a due carnefici speculari.
– Guarire. - gli fa Charlie. Brian si libera del suo braccio incastrato sopra la spalla per alzarsi, scostando la frangia scura dagli occhi con una mano, e piantarsi davanti al profeta in cerca dei suoi occhi palpitanti. Si solleva sulle punte, sfregando una guancia liscia contro la sua, mal rasata, per rovesciargli un soffio dolciastro contro l'orecchio.
Saints do miracles, don't they?



-- but I fear tomorrow I'll be crying.


3 giugno 2511 | Hera

L'ambulatorio è un tendone sporco e lacero, piantato in mezzo al nulla e distante dal carnaio di Serenity Valley quanto basta perché i cadaveri in putrefazione, quelli che ancora non sono stati gettati nelle fosse comuni, non possano trasmettere infezioni e malattie ai feriti.
André si è trascinato giù dalla branda, la gamba destra avvolta da bende e gesso, un paio di stampelle logore che probabilmente appartenevano a qualche morto. I morti erano ovunque, quando ha perso i sensi, e continuano ad esserlo da che si è svegliato.
All'ufficiale un cecchino ha bucato la fronte, Jonatha è stato dilaniato dallo stesso colpo di mortaio che ha quasi fatto perdere la gamba a lui. Gawain, l'uomo senza passato, senza una famiglia a cui tornare, se ne sta seduto su una branda e stuzzica la medicazione di fortuna che gli ha rimesso in sesto la spalla sinistra. Il proiettile è ancora dentro.
– Smettila, kiddow. - grugnisce.
André, che avrà solo un paio d'anni meno di lui, non si volta: scorre ansiosamente il foglio unto di sangue che un'infermiera ha inchiodato al pannello di legno appena qualche minuto fa.
Una lista di nomi scarabocchiati e per lo più trascritti male. Nomi di morti; un tentativo infinitesimale di mettere ordine nell'ecatombe.

Wuh de ma, sei un maledetto idiota, biondo. Ti dico che è morto.
– Nay. - la risposta di André è distratta e lapidaria, masticata con un ansito brutale. Scorre la lista col naso a un palmo dal foglio e a un tratto contrae la mandibola incrostata di barba, sussultando coi polmoni vuoti.

Gawain ne fissa le spalle in silenzio, grattandosi la fasciatura con le unghie sporche.
– C'è un errore.
André ha la voce rauca, brulicante; frenetica come le dita che spinge contro la carta per scavare via l'inchiostro dal foglio.
– Ti avevo detto--
– Tu non mi stai ascoltando! - il biondo si volta, barcolla sulle stampelle, pianta in faccia a Gawain due occhi neri e incolleriti. - …hanno sbagliato, putain. Lo sai che hanno sbagliato, non è lui … non c'era, l'ho perso di vista e non …
C'è qualcosa, nella maniera in cui gli parla addosso, che sradica dal cuore di Gawain ogni traccia di pazienza e lo fa scattare in piedi con un cigolio violento del letto.
– Vaffanculo, biondo, è morto, 'kay? Morto. Muerto, caput! - solleva la mano destra e gliene mostra il dorso, a un palmo dal naso, agitando le dita. - …l'ho visto coi miei fottuti occhi, kiddow. Aveva tre dita. Tre. Fottute. Dita!
Vede André impallidire, il viso congestionato in un coacervo di rabbia e disperazione totali. Sembra che la terra gli ceda sotto i piedi quando vacilla, aggrappato alle stampelle, e prende a tremare con una violenza tale che sembra debba cadere in preda alle convulsioni.
– A-ascoltami. - insiste, balbettando, un sorriso improvviso e incerto, morboso, impastato sulla bocca. - Non è morto, capisci? Ti sei sbagliato. Sai- sai contare, Gawain? - la voce ha un'impennata brusca, come il lampo rovente dei suoi occhi.
– Certo che so--
André ha mollato le stampelle per agguantargli il bavero della camicia, e un cedimento della gamba ferità fa sì che debba aggrapparglisi addosso per non cadere. C'è qualcosa di terribile nel modo in cui ride, come se quello scrosciare cupo risalisse dal fondo nero della sua disperazione.
– Tu non sai un cazzo, Gawain. Gawain - lo chiama per nome, singhiozza; poi ringhia, sgranando gli occhi e digrignando i denti come un animale. - Ti stai sbagliando, compris? Tu non hai visto proprio un--
Le nocche di Gawain impattano contro il naso di André e lo spediscono a terra, contro la branda malmessa che si rovescia e gli conficca le molle scalcinate nella schiena.
Il ragazzo boccheggia, tra il sangue che gli cola fittamente sulle labbra e gli occhi lucidi, travolto dal dolore che gli risale la gamba e si confonde nel pulsare furioso del viso.
Gawain scrolla le dita a mezz'aria, poi se le passa fra i capelli con un sospiro pesante.
– Mi dispiace, kiddow. - non riesce a trattenere una smorfia, un po' commosso e un po' a disagio, per le lacrime che scivolano sulle guance del biondo e si mescolano al sangue.
André si pulisce il muso col palmo di una mano; deglutisce a fatica.
– C-ce l'hai una sigaretta?
Gawain annuisce, sfila il pacchetto di tasca e gli tira addosso una Cheltenham; l'altra, l'ultima, se la mette in bocca lui mentre raggiunge la branda ribaltata e si siede a terra.
Fumano in silenzio, spalla a spalla, fra i lamenti dei feriti e il viavai delle infermiere.