-- but I fear tomorrow I'll be crying.


3 giugno 2511 | Hera

L'ambulatorio è un tendone sporco e lacero, piantato in mezzo al nulla e distante dal carnaio di Serenity Valley quanto basta perché i cadaveri in putrefazione, quelli che ancora non sono stati gettati nelle fosse comuni, non possano trasmettere infezioni e malattie ai feriti.
André si è trascinato giù dalla branda, la gamba destra avvolta da bende e gesso, un paio di stampelle logore che probabilmente appartenevano a qualche morto. I morti erano ovunque, quando ha perso i sensi, e continuano ad esserlo da che si è svegliato.
All'ufficiale un cecchino ha bucato la fronte, Jonatha è stato dilaniato dallo stesso colpo di mortaio che ha quasi fatto perdere la gamba a lui. Gawain, l'uomo senza passato, senza una famiglia a cui tornare, se ne sta seduto su una branda e stuzzica la medicazione di fortuna che gli ha rimesso in sesto la spalla sinistra. Il proiettile è ancora dentro.
– Smettila, kiddow. - grugnisce.
André, che avrà solo un paio d'anni meno di lui, non si volta: scorre ansiosamente il foglio unto di sangue che un'infermiera ha inchiodato al pannello di legno appena qualche minuto fa.
Una lista di nomi scarabocchiati e per lo più trascritti male. Nomi di morti; un tentativo infinitesimale di mettere ordine nell'ecatombe.

Wuh de ma, sei un maledetto idiota, biondo. Ti dico che è morto.
– Nay. - la risposta di André è distratta e lapidaria, masticata con un ansito brutale. Scorre la lista col naso a un palmo dal foglio e a un tratto contrae la mandibola incrostata di barba, sussultando coi polmoni vuoti.

Gawain ne fissa le spalle in silenzio, grattandosi la fasciatura con le unghie sporche.
– C'è un errore.
André ha la voce rauca, brulicante; frenetica come le dita che spinge contro la carta per scavare via l'inchiostro dal foglio.
– Ti avevo detto--
– Tu non mi stai ascoltando! - il biondo si volta, barcolla sulle stampelle, pianta in faccia a Gawain due occhi neri e incolleriti. - …hanno sbagliato, putain. Lo sai che hanno sbagliato, non è lui … non c'era, l'ho perso di vista e non …
C'è qualcosa, nella maniera in cui gli parla addosso, che sradica dal cuore di Gawain ogni traccia di pazienza e lo fa scattare in piedi con un cigolio violento del letto.
– Vaffanculo, biondo, è morto, 'kay? Morto. Muerto, caput! - solleva la mano destra e gliene mostra il dorso, a un palmo dal naso, agitando le dita. - …l'ho visto coi miei fottuti occhi, kiddow. Aveva tre dita. Tre. Fottute. Dita!
Vede André impallidire, il viso congestionato in un coacervo di rabbia e disperazione totali. Sembra che la terra gli ceda sotto i piedi quando vacilla, aggrappato alle stampelle, e prende a tremare con una violenza tale che sembra debba cadere in preda alle convulsioni.
– A-ascoltami. - insiste, balbettando, un sorriso improvviso e incerto, morboso, impastato sulla bocca. - Non è morto, capisci? Ti sei sbagliato. Sai- sai contare, Gawain? - la voce ha un'impennata brusca, come il lampo rovente dei suoi occhi.
– Certo che so--
André ha mollato le stampelle per agguantargli il bavero della camicia, e un cedimento della gamba ferità fa sì che debba aggrapparglisi addosso per non cadere. C'è qualcosa di terribile nel modo in cui ride, come se quello scrosciare cupo risalisse dal fondo nero della sua disperazione.
– Tu non sai un cazzo, Gawain. Gawain - lo chiama per nome, singhiozza; poi ringhia, sgranando gli occhi e digrignando i denti come un animale. - Ti stai sbagliando, compris? Tu non hai visto proprio un--
Le nocche di Gawain impattano contro il naso di André e lo spediscono a terra, contro la branda malmessa che si rovescia e gli conficca le molle scalcinate nella schiena.
Il ragazzo boccheggia, tra il sangue che gli cola fittamente sulle labbra e gli occhi lucidi, travolto dal dolore che gli risale la gamba e si confonde nel pulsare furioso del viso.
Gawain scrolla le dita a mezz'aria, poi se le passa fra i capelli con un sospiro pesante.
– Mi dispiace, kiddow. - non riesce a trattenere una smorfia, un po' commosso e un po' a disagio, per le lacrime che scivolano sulle guance del biondo e si mescolano al sangue.
André si pulisce il muso col palmo di una mano; deglutisce a fatica.
– C-ce l'hai una sigaretta?
Gawain annuisce, sfila il pacchetto di tasca e gli tira addosso una Cheltenham; l'altra, l'ultima, se la mette in bocca lui mentre raggiunge la branda ribaltata e si siede a terra.
Fumano in silenzio, spalla a spalla, fra i lamenti dei feriti e il viavai delle infermiere.