And when the broken-hearted people, living in the world agree, there will be an answer, let it be --


11 giugno 2515 | Fargate

Bradley Huong ha sempre amato il suo lavoro, ma non riesce a ricordare esattamente quand'è che ha cominciato a piacergli così tanto. Non ha perso nessuno, a Cap City, ma ogni infornata di cani indipendentisti in catene lo delizia di una gioia feroce, che ha un qualcosa di erotico su cui, però, preferisce non soffermarsi mai.
Urta sempre, accidentalmente, la spalla ferita del detenuto 8750 col manganello, quando non spacca le pietre al ritmo della musica che gli piace immaginare o mugolare, mentre sorveglia i lavori forzati, o quando lo incrocia attraverso la mensa (e fa in modo d'incrociarlo spesso). Per qualche ragione, è terribilmente infastidito dalla maniera in cui il pezzo di merda indipendentista lo guarda senza rancore.
Adesso, infilatosi nella sua cella per una 'visitina di controllo', appoggia la punta metallica e stondata del manganello sotto il suo mento e lo solleva verso di sé: l'ha fatto inginocchiare a forza di botte sulla milza, dove sa che 8750 custodisce un'altra ferita (lo sa perché l'ha fatto spogliare, il primo giorno, e gli ha pigiato il manganello fra le natiche senza penetrare, paralizzato dal disgusto al pensiero che l'idea di violentare un 'rimmer potesse lontanamente eccitarlo).
– Guardami bene, puttana.
Ringhia, con un sorriso largo e crudo, al cane indipendentista che lo squadra, dal basso, con quegli occhi neri e arrossati che detesta dal giorno in cui l'ha incontrato. Per questo ha fatto in modo di rendere il destro tumefatto, affinché fatichi ad aprire le palpebre: vorrebbe cavarglieli e pestarli sotto lo stivale, a dirla tutta, ma la vista di un solo occhio è già più sopportabile che il doverli affrontare entrambi.
– Cos'è quella faccia, 8750? Non sei felice di vedermi?
8750 non risponde, si limita a fissarlo docilmente. Pallido come un fantasma, quei suoi dannati occhi sembrano pozzi di catrame vacuo, incandescente, troppo intenso per la sua pelle: per un momento, Bradley Huong si chiede se non ci sia il rischio che gliela squagli sulle ossa.
Il manganello impatta contro la tempia del detenuto e lo spedisce a terra, rovesciato sul fianco, con l'aria tramortita e uno spacco vistoso a grondare sangue nel mezzo del sopracciglio rotto.
8750 non cerca di rialzarsi, se ne rimane riverso sul pavimento a respirare affannosamente, sfarfallando le palpebre inzuppate di sangue dell'occhio più esposto. Bradley Huong lo vede muovere le labbra, lentamente, finché non ne sgorga un filo di voce strozzata.

When I find myself in times of trouble, Mother Mary comes to me, speaking words of wisdom, let it be… - canticchia, impastando note tremanti e imprecise.
Bradley Huong ha imparato a detestare quella preghiera, a forza di sentirgliela rantolare fuori.
Si china bruscamente, vinto da un conato di rabbia, e agguanta il bavero della tuta di 8750 per trascinarlo nuovamente in ginocchio e spingergli la punta del manganello contro la spalla sinistra, cavandogli un urlo rauco e lancinante. Lo spinge a terra di schiena, curvandosi su di lui con un sorriso ebbro, gli occhi grigiastri affilati come lame di rasoio.

– A terra, devi stare. A strisciare come il verme che sei.
Commette l'errore, poi, di allentare la pressione sulla spalla ferita di 8750, quando i suoi lamenti agonizzanti rischiano d'infiammargli i lombi. Gli lascia il tempo di respirare, di riprendere fiato, di affondare ancora gli schifosi occhi gonfi di lacrime nei suoi.

– Vuoi scoparmi, Huong? - articola dolcemente, a fatica, con un sorriso irridente contratto nel dolore. - Perché lo capirei.
8750 riesce a malapena a rotolare faccia in sotto, con un guizzo istintivo e selvatico dei muscoli, prima che il manganello si abbatta fra le sue scapole.
Le grida disperate dell'animale battuto riempiono il corridoio per una buona mezz'ora.