Lung of love — leaves me breathless.


12 luglio 2502 | Shadetrack

Seduto sull'erba, piegato in due sopra un foglio di carta, posato sulle pagine di un vangelo, Adán Barrera finge di leggere e invece scrive, socchiudendo le palpebre incontro al sole cocente, fumando una sigaretta condita di bloom.
Il temporale che ha scaricato le sue nubi gravide su Appaloosa e Falstaff sguinzaglia verso ovest, da giorni, una brezza che rende l'estate vivibile. Assaporandola a occhi chiusi, il figlio del patron non avverte subito il peso dell'ombra che si allunga sopra la sua testa.
– O!, angel of the above. / The gracious beauty of yours / and your fingers made of clouds.
La voce che lo aggredisce alle spalle è baritonale e liquida, profonda come il gorgoglio di una fonte sotterranea; proprio il genere di voce a cui, quando scrive, immagina di far declamare i suoi versi.
Trafitto da una lancia di fastidio, risolleva le palpebre e rovescia indietro la testa bruna affilando gli occhi, dal basso, contro il sorriso lucente (oh, come la lama di un coltello) del ragazzo biondo affacciato oltre la staccionata che gli fa da schienale.
– Sacrebleu, Adán, se ti vedesse tuo padre gli si spezzerebbe il cuore.
André morde una smorfia irridente, che accende il nero lucido dei suoi occhi, e Adán si sente risalire in gola un fiotto acido.
– Se a mio padre importasse come passo il tempo. - implica, deglutendo, con la prova della propria menzogna stretta sotto i polpastrelli, nella rilegatura ruvida del vangelo aperto fra le ginocchia.
André salta lo steccato come un capriolo e ruzzola nell'erba al suo fianco, strisciando di verde la camicia lavata di fresco, ancora impregnata dell'odore di lavanda dei saponi accuratamente selezionati da dona Cruz. Chissà cosa direbbe, lei, se vedesse il figlio minore accoccolato in terra, dietro il cortile delle vacche, a scribacchiare poesie con el extranjero rubio che gli sfrega la nuca contro la spalla accomodando la schiena sull'erba.
– Parlavo della pochezza dei tuoi versi, douce fleur.
Adán vorrebbe, disperatamente, che il bolo di saliva intriso del suo giudizio non gli scendesse così amaro in gola. Arriccia le labbra lungo la china di un sorriso aspro.
– …fosse per te, Andre, le poesie non parlerebbero che di sesso.
André torce il mento ispido per squadrarlo, dal basso, con un lampo innocente degli occhi e un'impennata vaga delle sopracciglia.
– Perché, nelle tue poesie non scrivi di donne?
– A … volte.
– Putain. - André sgrana gli occhi, contenendo a stento una smorfia incredula. - Stai… stai arrossendo.
Adán stringe le labbra, sagomando le ossa squadrate della mandibola sotto il velo di barba bruna. André addolcisce il sorriso lungo una curva soddisfatta.
– Ay, adesso sei rosso.
Adán richiude il libro con uno schiocco, aggrappando le labbra al filtro della sigaretta. A ventidue anni, se suo padre lo vedesse fumare l'erba del Diavolo lo prenderebbe ancora a schiaffi.
– Credi davvero che gli angeli siano …'graziosi'?
André si è sdraiato ai piedi della staccionata, chiudendo gli occhi incontro al cielo e piegando un braccio solo dietro la testa; l'altra mano strofina l'erba con noncuranza, e un'avidità che colma lo stomaco di Adán di scomode farfalle ubriache.
– …certo. - mormora, ostile. Poi deglutisce. - Tu no?
– Io non credo agli angeli. - André schiude le ciglia chiare per spingergli addosso, in tralice, gli occhi neri e scivolosi come code d'anguilla.
– No. - cede, poi, con un guizzo vispo e selvatico della bocca. - Se devo immaginare un angelo, lo immagino come una donna bagnata.
Adán serra le palpebre, mandando la testa a sbattere contro le assi dello steccato.
Jodete, Andre, 'told ya. Tu non pensi ad altro.
André pianta le mani a terra e si solleva di scatto, con uno strattone di muscoli guizzanti e giovani, per girare il muso verso il giovane Barrera e spalancare gli occhi ridenti sul suo viso in un lampo brutale, ispirato.
– A che altro dovrei pensare? Una donna che gode è quanto di più eccitante, sconvolgente e sacro tu possa mai sperare di vedere, Adán. - si è sporto verso di lui e Adán riconosce, sul fondo delle sue pupille, lo stesso ardore che confonde lui e manda suo padre su tutte le furie quando Vandoosler guarda sua sorella.
André si lecca le labbra, schiocca la lingua sul palato.
– Noi uomini siamo sgraziati e selvatici, godiamo come animali esausti. - spiega, irridente, concedendo a se stesso che - Anche le donne sono come animali, ma animali celesti, e vengono impietose come i temporali.
Allunga una mano di scatto, agguanta il vangelo abbandonato fra le gambe di Adán e ne sfila via la pagina scribacchiata. La ribalta sulla copertina chiusa, ci preme sopra il palmo della mano.
– La prima volta che vedi una donna che viene, Adán, la tua vita cambia per sempre. - gli rivela, quasi contro l'orecchio, e inietta nei muscoli del minore dei Barrera una tale scarica di adrenalina e frustrazione da costringerlo a schizzare in piedi. Annaspando, Adán lo inchioda dall'alto con gli occhi chiari, che hanno il colore dell'acqua e la stessa trasparenza.
Specchiando il suo sguardo da terra, André si tira in piedi senza fretta e, raccolto il libro, glielo restituisce con un sospiro trasognato.
Isn't it so?
Poi si volta, si allontana, lo lascia finalmente solo. In pace.
Adán rigira il vangelo tra le mani, adocchiando il brano di carta scivolato fra l'erba. Torna a sedersi, la nuca contro il legno e gli occhi chiusi; sospira, immagina la pelle sudata di Liquorice, che è vellutata come il manto dei cavalli e custodisce occhi neri come quelli di André, che lo consumano, notte dopo notte, lontano dai bordelli di Mexican.
Fa per succhiare via l'ultimo tiro di bloom, la scopre spenta da un pezzo e lancia incontro all'orizzonte il mozzicone annerito. Dal petto gli sfila, cauto, un sospiro cedevole.







O! Angel of the above.
The beastly beauty of yours
and your hair of feathers.
Chew my lungs softly
and digest them with grace.



(Adán Barrera, Shadetrack, 2502)