Nice day for a white wedding.


29 settembre 2515 | Bullfinch

– Bolton è un gran pezzo di figo con quel vestito addosso.
Moloko bisbiglia concitatamente, tutta sporta verso di lui sulla panca della chiesa. André se la sente fiatare contro l'orecchio mentre rovescia gli occhi luccicanti sull'altare, oscillando con aria trasognata fra il pilota orbo e la ragazza stretta nelle trine dell'abito bianco.
– Anche la sua signora non è… ma… le.
Trascina la conclusione, slittando meccanicamente le pupille fino al testimone dello sposo. Wright non può averlo sentito, ma il 'tracker ha comunque l'impressione, quando l'ufficiale lo guarda, che un punteruolo da ghiaccio gli stia grattando le vertebre. Mastica un sorriso dolciastro, platealmente innocente e vagamente allucinato.
Moloko sgrana gli occhi e scuote il caschetto biondo, mandando all'aria il paio d'ore che Jack ha impiegato a darle un aspetto dignitoso.
– Te la sei fatta?
– Putain? …no.
La 'leafer lo strattona per il colletto della camicia buona.
– Cristo, te la sei fatta.
– Dieu, no! …quale parte di 'enne, o' non ti è chiara?
Allarga le palpebre, scaricandole in faccia il nero degli occhi stupefatti, esasperati dai passi della Bibbia (è il terzo? Il quarto?) su cui il reverendo continua ad attardarsi, e dalla maniera in cui Moloko minaccia di scucirgli il bavero: ha spinto il naso contro la sua guancia, colandogli un brivido lungo la schiena quando gli preme la bocca sopra l'orecchio.
– Sei sicuro?
– Putain… - scuote la testa ispida, precariamente ordinata, annaspando in cerca d'aria con una smorfia sopraffatta. - Mortalmente.
Cortes gli schiocca un bacio sulla guancia e lo lascia andare.
Sembra che il prete si sia deciso ad arrivare al sodo.