Sometimes it's like someone took a knife, baby edgy and dull, and cut a six-inch valley through the middle of my soul.


4 settembre 2515 | Greenfield

– Sai cos'è l'orizzonte degli eventi?
– … quello che succede in un buco nero?
– È un limite oltre il quale la velocità di fuga è pari a quella della luce. La velocità di fuga è ciò che occorre per sfuggire all'attrazione gravitazionale di un corpo celeste. Sai cos'è più veloce della luce? Niente.

Il sole bombarda le palpebre e le tinge di un rosso palpitante, pungolando la coscienza fuori dalle ossa come l'erba ispida gli punge la guancia spalmata di terriccio. Al primo lampo bianco si accoda il tremore sfocato del paesaggio investito dagli albori del giorno, rilucente di un alone immacolato che gli fa contrarre dolorosamente le ciglia.
André si tira a sedere contro la staccionata, stropicciando le palpebre col palmo delle mani, e spinge le dita fra i capelli nel tentativo vano di riordinare i pensieri assieme alle ciocche umidicce di rugiada.

– Concludiamo così che nulla di ciò che vi capita all'interno riesca poi ad uscirne, e che l'orizzonte degli eventi può essere attraversato in un unico senso - a causa della tremenda forza gravitazionale che rende tale azione irreversibile.

(Il biondo slavato dei capelli di Ezra è lo stesso della testa di Mordecai, bianco come il fosforo, abbacinante come un prato di stelle; lampeggia nel buio, infiammato dall'alone opalescente delle luci della festa che solleticano la nuca di André, splendendo e crepitando alle sue spalle nell'eco turbinosa dell'ennesima quadriglia.)

– Il buco nero è al suo centro.

Il recinto erboso è deserto, André riesce quasi ad avvertire la pressione di tutto quel vuoto sulla pelle salata di sudore asciutto che gli brucia sulla carne. Infilando una mano sotto la tshirt bianca, sgualcita e striata d'erba, scopre sotto le dita il solco lungo delle unghie che hanno scavato la pelle a fondo, come se volessero raschiare via il Sacro Cuore che arde d'inchiostro sul suo sterno.
Molla la nuca contro lo steccato, serra le palpebre incontro al sole e mastica un sorriso che ha il sapore dolciastro e stucchevole del liquore stantio.

– L'intensità della trazione è tale da distorcere la luce, fino a farla sparire una volta attraversato l'orizzonte. Questo significa anche che nulla di ciò che precipita al suo interno può essere osservato.

(Il mercurio fonde a temperatura ambiente, ma il calore lo fa gonfiare e tracimare dentro l'orlo di pupille dilatate oltre misura, nere e senza fondo come buchi neri. La bocca di Ezra è una fornace, morbida e urticante come i tentacoli di una medusa, la sua pelle un campo minato di esplosioni sotterranee; nel suo ventre fiorisce e si spalanca la bocca incandescente di un vulcano. È una sensazione familiare, quella di sprofondare e squagliarsi nella lava, che gli spinge il cuore sotto i denti quando serra la mandibola e lo sente colare il proprio ripieno liquido giù per la gola, caldo come il magma.)

– Una volta oltrepassato, non si può più tornare indietro. È per questo che nessuno ha idea di che cosa ci sia, e che cosa avvenga, dentro un buco nero.

Il palmo ruvido e bollente delle mani gli scrosta dal viso mal rasato i residui del sonno e l'intorpidimento dal cervello. Risollevare le ciglia è un'operazione che richiede cautela, qualche fremito delle palpebre e una manciata d'ostinazione per affrontare l'azzurro violento del cielo terso.
Tira su col naso, schiudendo gli occhi neri incontro al miracolo accecante del sole, mordendo i bagliori di luce bianca nel sorriso ebbro e stropicciato che gli cola fra le labbra.
Il cuore si gonfia dentro il petto ed esplode nel gorgoglio scrosciante di una risata arresa.

– Se potessi scegliere come morire, mi piacerebbe venire gettato al di là dell'orizzonte degli eventi. Sparire mentre le forze di marea dilaniano il mio corpo.