-- it's like a bad day that never ends.


17 agosto 2515 | Bullfinch

4 am.

André allunga le dita tremanti sotto il getto del lavello, l'acqua fredda che brucia sulle nocche sbucciate gli spinge bagliori di luce pulsante dentro il cervello. Mastica l'aria immobile della sala comune immersa nel silenzio gravido di sonno e oscilla la testa lentamente, gravata di un peso scivoloso e insostenibile. Il mondo è separato dalla sua pelle da una pellicola umida che lo rende insensibile, dirottando sulle esplosioni di dolore annidate fra le tempie tutta la coscienza annichilita dal sonno. Sprazzi di sogni a occhi aperti gli invadono le pupille, la testa piena dello scrosciare dell'acqua corrente che si sovrappone e si mescola alla risata di un fiume sdraiato solo nella sua memoria. Non ha bisogno di voltarsi per vedere Costanza che attraversa la soglia della cambusa. Si avvicina al grande specchio d'argento appeso sulla parete di fondo, tra le mani ha un rasoio elettrico che usa per radersi la testa con gesti pieni di grazia, seminando lunghe ciocche brune sul pavimento. Istintivamente, colto da un lampo di nausea, André si scosta dal lavello e allunga la mano verso la rimessa delle scope; quando si muove, lo specchio si assottiglia e sparisce assieme alle spalle di Costanza, restituendo ai suoi occhi arrossati l'arredamento spartano della cucina vuota.
…putain.

I medicinali scarseggiano e i sonniferi servono per i feriti, ma la bloom lo rende così lento, languido, inerme; gli spazza la testa come una marea pietosa e volatile, che puntualmente si ritrae lasciandola sventrata e in disordine, appesantita dai detriti.
Sul letto di un bambino ferito, al campo medico, qualcuno ha lasciato un mazzo di crochi gialli. Ci è passato davanti più volte, durante la giornata, trovando ogni volta i crochi moltiplicati; finché, quando ormai tutto il letto ed il suo occupante ne erano sommersi, si è reso conto che non c'erano. Non era stato lasciato nessun fiore. I crochi gialli sono bruciati su Shadetrack, sotto le bombe, e mettono radici solo nella sua testa.


Ancora due ore prima di tornare al campo, se arriva prima Jack lo rispedisce indietro.

Si accende una sigaretta e il silenzio crepita con la carta bruciata. Stringe il filtro con labbra che hanno ancora il sapore della bocca di Mordecai: ne sono pieni il suo naso e i suoi occhi, i lombi e lo stomaco. Ecco qualcosa che mangerebbe senza vomitare.
Trascina una sedia sotto le natiche e recupera il coltello da caccia abbandonato sul tavolo. Si lecca le labbra, ferma la cicca fra i denti e apre la mano sinistra, pigiando sul legno il palmo e le dita aperte. I primi salti della lama sono cauti, impastati d'indolenza e spinti sul filo dei muscoli contratti, dell'attenzione viva e spalancata. Affonda la punta del coltello tra una falange e l'altra con metodo e scioltezza frenetici, una, due, tre, quattro volte il giro completo, avanti e indietro, dal pollice al mignolo in un'impennata precipitosa. Non si rende conto dello slittamento finché l'anulare non gli pizzica il cervello, sporcandosi di un filo di sangue obliquo che lascia sul tavolo due fiori rossi quando lo avvicina alle labbra. Succhia il taglio ad occhi chiusi, sprofondato contro la spalliera della sedia.

Un'ora e quarantasei minuti.

Dev'esserci del rum di Maracay, da qualche parte.





If I ever feel better,
remind me to spend some good time with you.
You can give me your number,

when it's all over I'll let you know…